Arte, cultura e tradizioni

I nuraghi di Capoterra: una storia tra miti e leggende lunga secoli

Se la Sardegna è famosa per il suo arcaico passato che si rende evidente attraverso siti archeologici di notevole importanza, i resti nuragici di Capoterra testimoniano l’importanza di questo territorio strategico della costiera Sulcitana. L’area di Capoterra presenta molte tracce di insediamenti nuragici dove si evidenziano quelli presenti a Carruba Durci, Monte Arrubiu e Cuccuru Ibba.

Al di fuori degli archeologi e degli appassionati del genere, della civiltà nuragica si sa ben poco. Eppure questa si originò e crebbe proprio in Sardegna dall’età del bronzo fino al II° secolo a.C. E’ possibile definire questa civiltà come il risultato di una evoluzione di culture pre-esistenti già dall’epoca del neolitico. Trae il suo nome proprio dalle megalitiche costruzioni che sono i nuraghi e che sono i resti più significativi dei quali non è ancora certa la funzione che dovevano assolvere.

Quel che appare certo è il fatto che, come ad esempio il nuraghe Domu de is antígus a Capoterra, sono fiorite tante leggende come quelle per le quali il nuraghe è considerato come casa del demonio o anche la bocca dell’inferno. C’è chi vede questa costruzione conica come la casa di un orco o anche di un gigante, suffragando questa ultima ipotesi con le tombe dette ‘dei giganti’ che sono quasi sempre ubicate in prossimità dei nuraghi.

D’altronde, questa credenza non è solamente dei sardi: basti pensare ai dòlmens di anglosassone memoria: c’è da supporre che, come tutte le leggende, forse esiste un fondo di verità e che magari i resti nuragici di Capoterra, null’altro erano che case della gente che viveva in questo territorio.

1 Commenti

  • Alberto Manca
    16/08/2019 12:50

    E' possibile avere una cartina geografica che riporti l'esatta collocazione dei siti?

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