Lavorazione dei cestini sardi: tradizione e modernità

L’antica tradizione della lavorazione dei cestini in Sardegna, originariamente legata all'uso domestico, si è oggi trasformata per rispondere alle esigenze del mercato turistico, mantenendo intatta la sua raffinatezza artigianale. La lavorazione manuale dei cestini è una pratica principalmente femminile, tramandata di generazione in generazione nelle famiglie sarde. Questo artigianato utilizza prevalentemente il giunco, una pianta che cresce abbondantemente nelle zone lacustri e paludose della Sardegna, come Capoterra, Sinnai e l'area del Campidano.

Il processo di lavorazione del giunco

La lavorazione dei cestini sardi inizia con la raccolta del giunco, che avviene tra aprile e giugno, quando la pianta è matura. La raccolta richiede abilità specifiche, tramandate dalla tradizione contadina sarda. Dopo la raccolta, il giunco viene selezionato per altezza: gli steli più corti sono destinati a lavori di intreccio fine, mentre quelli più lunghi vengono utilizzati per oggetti robusti come nasse e sporte. Dopo la selezione, gli steli vengono essiccati al sole su spiazzi all’aperto. Per garantire una essiccazione uniforme, gli steli vengono girati due volte, ottenendo così un colore giallo-verdognolo. Gli steli essiccati vengono poi conservati in ambienti asciutti e a temperatura ambiente.

Preparazione delle fibre per l'intreccio

Gli steli essiccati vengono successivamente suddivisi in fibre sottili, mediante un processo che richiede un punteruolo per incidere gli steli longitudinalmente. Le fibre risultanti vengono poi raschiate internamente per eliminare il midollo spugnoso, utilizzando un comune coltello. Questa fase è cruciale per ottenere fibre sottili e flessibili, pronte per l'intreccio. Per ottenere una colorazione chiara, le fibre possono essere sbiancate esponendole a vapori di zolfo per circa 10 minuti o in un apposito forno. Il giunco schiarito assume un colore giallo-paglia, ideale per creare cestini con una tonalità uniforme e delicata.