
Capoterra celebra sant'Efisio: fede e tradizione per il Martire Guerriero
Ogni 15 gennaio, messe e processioni commemorano il santo, attirando fedeli e visitatori
Le celebrazioni in onore di sant’Efisio, il Martire Guerriero, si svolgono a Capoterra in un’atmosfera di raccoglimento e fede. Questa festività di gennaio, più intima rispetto alla celebre processione del 1° maggio, sta diventando un richiamo non solo per i devoti ma anche per i turisti, attratti dalla solennità dei riti che si protraggono per quattro giorni. Organizzata da parrocchie, confraternite e Proloco locali, questa ricorrenza celebra il sacrificio di Efisio, giustiziato il 15 gennaio 303 d.C. a Nora per aver rifiutato di rinnegare la sua fede cristiana.
A Capoterra, i festeggiamenti del 15 gennaio 2025 culmineranno con una serie di appuntamenti religiosi e comunitari. La giornata si aprirà con due messe, alle 8 e alle 10, seguite nel pomeriggio da una processione che partirà alle 18, attraversando le vie del centro storico della città. Questa tradizione non è soltanto un momento di raccoglimento spirituale, ma anche un’occasione per riscoprire le radici culturali e storiche del territorio.
Negli ultimi anni, questa celebrazione ha visto una crescita di partecipazione, con un numero sempre maggiore di persone, inclusi visitatori esterni, che scelgono di unirsi ai fedeli. La ricorrenza del martirio, lontana dalla folla e dal folclore della festa di maggio, si caratterizza per un’atmosfera più raccolta, incentrata sulla preghiera e sulla devozione.
Sant’Efisio di Antiochia è una figura particolarmente venerata in Sardegna, e la sua storia è intrecciata con quella della fede cristiana dell’isola. Il martirio avvenuto a Nora è ricordato non solo per il coraggio e la fedeltà del santo, ma anche come un simbolo di resistenza spirituale.
I riti di gennaio offrono anche un’occasione per i turisti di avvicinarsi alle tradizioni locali. La partecipazione ai momenti liturgici e alla processione permette di scoprire un volto autentico di Capoterra e della devozione popolare sarda, lontano dalle manifestazioni più conosciute e affollate.
La celebrazione del 15 gennaio non è quindi solo un evento religioso, ma anche un’esperienza culturale e storica, che ogni anno contribuisce a mantenere viva una tradizione secolare.