Arte, cultura e tradizioni

Chiesa di S. Efisio di Capoterra

Quante difficoltà per avere una chiesa!

Capoterra, distrutta a fine Medioevo, venne ripopolata nel Seicento per volere del barone Torrellas che chiamò contadini da tutta l'isola per lavorare le sue terre. Poiché la chiesa dedicata al patrono Sant'Efisio era andata anch'essa distrutta, il barone offrì una cappella annessa alla sua casa per le celebrazioni religiose. Quando però, nel 1838, venne abolito il feudalesimo, i baroni iniziarono a fare pressione perché il parroco e i fedeli abbandonassero i locali.

La costruzione della nuova chiesa

La mancanza di fondi posticipò la posa della prima pietra della chiesa di Sant'Efisio di Capoterra al 1855, l'inaugurazione avvenne tre anni dopo in un edificio disadorno: i baroni avevano infatti continuato le loro pressioni per cacciare la parrocchia dalla loro cappella e, non contenti, depredarono la nuova chiesa di diversi arredi, adducendo che appartenessero alla loro cappella.

Sant'Efisio oggi

La chiesa, a croce latina, presenta volta a botte, transetto e cappella per i presbiteri. Il suo stile può definirsi misto, in quanto venne completata nell'arco di quasi cento anni. L'altare in marmo è di fine Ottocento, in precedenza se ne utilizzava uno in legno e fango, la statua del santo, in legno è invece degli anni Trenta, così come il campanile a canna quadrata.


Nella foto: la chiesa di Sant'Efisio di Capoterra (Cagliari, Costa Sud Sardegna) in una foto degli anni '50. Da comune.capoterra.ca.it.

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